LE MANGONATE
 
Una parte della raccolta di scritti di e per Il mitico Mangoni, personaggio immaginario creato a più mani all'interno del blog del l'espresso "aruotalibera" di Pino Nicotri
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LA SAGA DEL MANGONI


L´alba era arrivata improvvisa e lucente.
Il buon Mangoni camminava lesto verso la fermata dell´autobus, che lo avrebbe portato a Trinitapoli, ridente (chissa perché) cittadina del foggiano.
Il refrain della musica che aveva accompagnato la sua Trasfigurazione ancora, ronzava nella testa.
" Che colpa ne ho se il cuore é uno zingaro e va!!!"
Era il piu´grande successo del suo amato Nicola di Bari, uno dei suoi miti, insieme a Nicola Arigliano!
L´ autobus, pieno di immigrati diretti alla raccolta del pomodoro, arrivo con molto ritardo ed era strapieno, ma il caro Mangoni aveva raggiunto la consapevolezza dei martiri.
Si sentiva addosso l´armatura di Kagemusha!!
C. Mangoni, ovvero il guerriero svelato!
Niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo, era in missione per conto dell´Arci gay-lesbica, di cui faceva parte, e al quale era stato convertito dal signor Romero, in una notte di folle passione, ebbene sí, era lui la bellissima bionda della notte appena trascorsa!!!... Segue

Il compito di scoprire chi versava sul Blog insulti anonimi, lo aveva reso determinato come non mai.
Il caro Romero ( che tenero amante!!) gli aveva chiesto di scoprire, chi era il furfante.
Uno che sovente clonava i partecipanti, scrivendo a loro nome.
Inoltre doveva riportare a casa il marito della Maria Ernesta,
(richiesta fatta in modo perentorio e straziante dalla stessa ,al caro Romero)
riUna fondazione templare era operativa a 96 I sopettti riguardavano alcuni blogghisti particolarmente aggressivi, Popaye e Il Signor Carlo,
ma poteva trattarsi anche di Ro-Usa o addirittura della signora Anita.
Ma anche Uroburo da Baskerville, con le sue filippiche Usaegetta,
oppure Belbo, vero o no, che meditava di uccidere il buon Mangoni? Erano tutti possibili colpevoli...
Da buon pragmatico e grande cuore decise che il dramma di Maria Ernesta aveva la precedenza,
sulle diatribe del forum, peggio per Nicotri, che non aveva accolto nessuna delle sue accorate invocazioni
Il giorno seguente aveva giá raccolto molte informazioni, grazie al prezioso aiuto di
"Pasquale Cafiero, brigadiere a Poggio Reale dal 53"
intimo di Raffaele Cutolo, ispiratore della Sacra Corona Unita, gemellata con NCO.
Gli avevano subito indicato il convento dove avrebbe potuto trovarsi il fuggitivo.
In localitá Volturino, in un vecchio monastero appertenuto ai Templari
e ora dimora di falsi monaci: Erano la sede italiana dei nazisti dell´ Illinois.
"Tse, penso´ , Io li odio i nazisti dell´Illinois"
Malgrado lo spirito del guerriero svelato,
Il buon Mangoni-Kagemusha, capí che aveva bisogno di aiuto.

Come per incanto il nostro eroe si si ricordo´ del suo passato e di alcuni amici
dell´universitá, che anni prima avevano fondato una comune hippy a Trinitapoli
e che lui aveva chissa come, rimosso dalla mente.
Accidenti come dimenticare Kocis, indiano metropolitano di parco sempione,
e Pietro-Cavallo Pazzo di parco Lambro, e Magoo, non bella, no certo, ma che rideva sempre, dell Apollo d´oro?
Cafiero Pasquale si era ancora una volta rivelato prezioso,
e in breve aveva portato indirizzi e numeri di telefono.
Kocis si era fatto mettere a posto i denti, quello d´oro luccicava
in modo alquanto sinistro. I capelli erano sempre lunghi, ma ora erano raccolti
dietro la nuca e impomatati.
Incredibile a dirsi ma era diventato dirigente di banca, con autista
personale, (grazie alle lezioni di una setta di lettori di Carlos Castaneda, spiego´)!
A quei tempi era abbastanza frequente, che rivoluzionari maoisti,
avanguardasti, stalinleninisti, scoprissero i vantaggi del focolare domestico
e facevano ritorno a casa dei genitori, nel loro dolce privato.
Non era il suo caso, ma vederlo cosí elegante e autorevole, rassicuro´ il nostro Mangoni-Kagemusha.
Ovviamente sapeva dove erano Pietro e Magoo.
Li mise al corrente della sua missione (tacendo sulla sua grave menomazione).
I tre accettarono e per non dare nell´occhio, decisero di usare la vecchia Fiat Duna di Magoo.
Il monastero era immerso nel buio, quando arrivarono, Kocis percorse il lungo tratto dalla macchina
con dei salti cosí lunghi, che pareva lo stregone Don Juan e infatti ripeteva:
"vittoria e sconfitta nella vita del guerriero non contano, per un guerriero c'é tempo solo per la lotta".
parole che convinsero definitivamente anche Mangoni, mentre scavalcavano il muro di cinta, ed
entravano nella tana del lupo, il rifugio dei nazisti dell´ Illinois e del marito di Maria Ernesta.
Riuscirono a forzare una porta e alla fine di un lungo corridoio arrivarono al refettorio.
La cena era pronta e sula tavola imbandita, facevano bella mostra hamburger, ketchup e cocacola.
Non c´era alcun dubbio, erano certi di non aver sbagliato posto, chiunque altro avrebbe preparato
mozzarelle di bufale e orecchiette alle cime di rapa, cozze fritte, pane e cicoria alla Rutelli,
pecorino Bondi del salento, lambascioni al forno, pesce spada alla Baffetto, baccalá alla Mastella.
Loro no, fedeli alla Usanza della lontana casa, continuavano a punirsi e a fare penitenza, mangiando solo
made in USA.
Ma tutto era avvolto dal silenzio e proseguirono oltre. Trovarono la sala scrittoio, anche questa era vuota.
Diversi libri in buon ordine, su antiche scrivanie " Meditationes s. Avgvstini et s. Bernardi, Apud Antonivm
Griphivm 1593, "Pavli Iovii novocomensis episcopi nvcerini - Vitae virorum illistrium, Basileae M.D.L.I.X,
Il libro preferito da Maria Ernesta, in cui si narra la vita di Cosimo Medici, Dvci florentinrorvm petrvs victorivs.
Di fianco un diario: Riflessioni di Mario Travesta, vita coniugale.L´astinenza ci rende liberi, ovvero: l´amore oltre il sesso!
Mangoni, avido inizio´a leggere, mentre Kocis lo guardava perplesso.
Qualche mistero del blog iniziava a dipanarsi: Mario Travesta e Maria Ernesta non erano la stessa persona,
come qualcuno pensava, bensí marito e moglie, ma che accidenti significavano quelle riflessioni??
Preso il diario, proseguirono, passando per altre stanze, fino a trovare delle scale, che andavano verso le
cantine-catacomba del monastero.
La misica della "Cavalcata delle Valchirie", diventava sempre piu´vicina, mentre scendevano verso il basso.
La cerimonia di Inizzazione era incominciata e la musica a tutto volume copriva i loro passi, mentre
si nascondevano dietro una enorme statua di Wagner, seguita da quelle di altri gerarchi nazisti, fra cui
quella di Hermann Göring, con una aquila sul polso...
Al centro della sala, un grande trono scolpito su pietra, con in alto un leone, con testa e seno di donna e ali di aquila.
Mario Travesta si apprestava a compiere la sua trasfigurazione, da bravo marito piccolo borghese, ad angelo vendicatore di morale eugenetica.
La musica cesso´ improvvisamente e si avanzarono dei monaci albini, che formarono un cerchio, intorno ad un braciere.
Dopo aver recitato delle formule in greco antico e barese, sollevarono il braciere e si diressero verso l´altare, dove stava crocefisso il Travesta a testa in giu.
Posarono il braciere vicino alla testa e vi versarono delle spezie che emanavano un intenso dolcissimo profumo, un misto di essenza di violetta, eliotropo, incenso, gelsomino, funghi della famiglia Psilocybe cubensis, boletus edulis, peyote e mescal, che inebriava il povero Travesta.
Il sacerdote cerimoniere si apprestava a recitare la formula del giuramento: "Presta davanti a Dio il tuo sacro giuramento di obbedire al Fuhrer del Reich e di essere pronto, come valoroso soldato a morire per questo!!!"
"Lo giuro!!", esclamo´il Travesta, prima di perdere i sensi.
Proprio in quel momento suono´il cellulare di Kocis, la suoneria di "Felicitá"(Al Bano e Romina), invase le antiche mura del monastero.Magoo e Pietro-Cavallo Pazzo, si chiedevano perché cavolo non si sentiva piu´niente.
Per la sorpresa e lo spavento Kocis perse l´equilibrio e fece cadere la grande statua di Hermann Göring.
Il braccio della statua colpi il bordo del braciere e ben presto il fuoco si estese alle vestige che coprivano le pareti.
Il fuoco avvolse l´altare. Nel fuggi fuggi generale, Mangoni-Kagemusha, velocemente slego´il povero Travesta e con due sonori schiaffoni lo fece rinvenire.
"Sieg Heil" disse alzando il braccio il Travesta e subito si becco altri due ceffoni da Kocis, che era allergico.
Resosi conto della situazione si convinse a seguire in silenzio i suoi salvatori.
I nazisti dell´Hillinois ripresosi dalla sorpresa e dallo spavento per il fumo e le fiamme, avevano preso le armi e iniziavano a sparare.
Una dietro l´altra caddero tutte le statue e il pavimento sprofondo in un fiume sotterraneo, tascinando nell´acqua gelida i tre fuggiaschi.
Mangoni afferro´per un braccio il Travesta, mentre Kocis urlava di seguirli.
Il monastero era ora avvolto dalle fiamme e giá si sentivano in lontananza le sirene dei pompieri e della Polizia.
Avvertito via radio, anche il Brigadiere Pasquale Cafiero, si precipito´di gran corsa al monastero.
La polizia aveva sorpreso Cavallo Pazzo e Magoo nella Fiat Duna e li aveva accusati di incendio colposo e tentato omicidio di nazisti dell´Hillinois e li aveva portati in questura.
Subito si sparse la notizia che dei compagni erano stati arrestati, radio libera Trinitapoli Undergound, invitava i a mobilitarsi e ad aderire alla manifestazione " Per la libertá dei compagni arrestati e per respingere l´attacco padronale al movimento antagonista e alla classe operaia ."
Dopo poche ore alcune centinaia di dimostranti sfilavanoper le vie della ridente(??) cittadina.
Si fermarono poco distanti dal posto di polizia, fronteggiati da una pattuglia di celerini.
Dalla parte opposta, dei fascisti di Avanguardia Nazionale si erano uniti ai nazisti dell´Hillinois e lanciavano slogan contro gli attentatori arrestati.
Il TG1 si collego´in diretta dicendo che, una cellula di Alquaida, stava mettendo a fuoco una cittadina italiana, la polizia stava cercando altri tre attentatori sfuggiti alla cattura. Il Tg4 esordí: Che non si escludeva la presenza di Bin Ladin nei dintorni, forse si nascondeva fra i raccoglitori di pomodori.
Nel frattempo, il blog si era scaldato per un inverecondo attacco di Popaye a Nicotri, seguito da uno scontro con un volgare studente, a cui anni di scuola non avevano insegnato niente, neanche un po´di educazione, per poi arenarsi in una sottile guerra di opinioni sul patto Molotov-Ribbentrop.
Ma ad una cosa, quell´attacco proditorio, era servito. Prima che Mangoni potesse concludere la sua missione, era parso chiaro a tutti che l´autore delle clonazioni, il falso Belbo, il falso Nicotri e i tanti falsi post, non erano altro che opera di uno studente sfaticato, Ro-Usa
La tensione era alle stelle. Dai centri sociali si erano riversate in piazza diverse centnaia di giovani, che cercavano il contatto fisico con i fasci e con i nazisti dell´Hillinois.
L´arrivo dei tre fuggitivi fece precipitare la situazione.
Mario Travesta provato dalla crocefissione, dal giuramento e dalla caduta nelle acque del fiume, era quello conciato peggio, ma anche Mangoni-Kagemusha, nonnostante la consapevolezza del Guerriero Svelato, dava segni di cedimento.
Kocis fiero allievo di Don Juan, sentiva dentro di se tutto lo spirito del Nagual e tutta la forza del Potere da Guerriero Sciamanico.
Vedendoli arrivare, inseguiti dai monaci albini, una camionetta della celere, cerco´di fermarli, ma proprio in quel momento un gruppo di Antagonisti, inizio a lanciare sassi e bottiglie incendiarie. La camionetta prese fuoco, mentre i celerini si ritiravano fra le proprie file e facevano pertire una scarica di candelotti fumogeni.
Ben presto le strade si trasformarono in un campo di battaglia, cassettoni della spazzatura rovesciati e incendiati, barricate fatte da macchine in sosta e panchine, tavoli dai bar e sedie.
Gli scontri si estesero a tutte le vie adiacenti la caserma, ma i tre fuggitivi erano riusciti a mettersi al sicuro fra le file dei dimostranti
Qualcuno aveva portato in strada un piano forte e la musica si confondeva con il rimore degli spari, delle voci, delle grida gutturali dei nazisti dell´Hillinois.
Con grande sprezzo del pericolo, l´eroico Mangoni, Guerriero Svelato, aveva scavalcato la barricata che lo proteggeva.
Aveva preso in mano alcune testa d´aglio, da un frutta e verdura devastato e un crocefisso di ferro. Avanzava a petto nudo contro i nazisti dell´Hillinois, urlando " Scimmdaquéé, scimmdaddéé".
Un esaltato attivista di Avanguardia Nazionale, scambio´ il crocefisso per un arma e fece fuoco.
Il priettile lo colpí al petto, ma Mangoni-Kagemusha continuo´ad avanzare, quello di nuovo sparo´, ma lui continuo´ ad avanzare.
Tutto il caricatore della P38 aveva centrato il corpo di Mangoni, ma lui sembrava un Dio della vendetta, dalle cento vite.
Solo quando il suo parrucchiere di fiducia lo riconobbe e lo chiamo´ urlando il suo nome, Mangoni si ricordo´, che lui era semplicemente uno che scriveva stupidate su un blog dell´Espresso e finalmente cadde a terra, privo di vita.
Continua